Le case Aler di via Salomone nel quartiere Forlanini di Milano.
Nel 2017, quando il papa scelse questo caseggiato come una delle tappe del suo viaggio a Milano, il comune pensò di imbiancarne la facciata per regalare al Santo Padre un set più dignitoso. La proposta, piuttosto ingenua, venne rifiutata dal Vaticano e dal Papa che ritenne utile constatare di persona lo stato delle cose ed agire in un contesto non modificato.
Nonostante le “preghiere”, le condizioni dello stabile non sono migliorate.
Le misure per contrastare la diffusione del Coronavirus hanno costretto milioni di Italiani ad una quarantena forzata. Dopo pochi giorni di euforia e speranze condivise, è ormai chiaro che il virus, nonostante sia una minaccia per chiunque, non mette tutti sullo stesso piano.
L’evoluzione della pandemia e la proroga del lockdown hanno evidenziato enormi fratture già presenti in Italia da decenni; il problema degli alloggi è la più evidente tra queste.
Diari di quarantene bucoliche e video lezioni di cucina e meditazione, alternate ai bollettini della protezione civile e agli approfondimenti dei virologi, occupano gran parte dello spazio dell’informazione; tuttavia la retorica della casa come luogo sicuro in cui rifugiarsi e riscoprire le proprie passioni stride evidentemente con i dati che indicano l’Italia come uno dei paesi occidentali con l’emergenza abitativa più alta.
Diari di quarantene bucoliche e video lezioni di cucina e meditazione, alternate ai bollettini della protezione civile e agli approfondimenti dei virologi, hanno occupato gran parte dello spazio dell’informazione; tuttavia la retorica della casa come luogo sicuro in cui rifugiarsi e riscoprire le proprie passioni stride evidentemente con i dati che indicano l’Italia come uno dei paesi occidentali con l’emergenza abitativa più alta.
Giuseppe Florido è in lista d'attesa da anni per una casa popolare Aler; vive nel suo furgone nel quartiere Barona di Milano.
Le torri di Euromilano, a sud del quartiere Quarto Oggiaro. Durante la quarantena un ulteriore timore ha contribuito ad alimentare la tensione: la paura che le abitazioni dei ricoverati venissero occupate abusivamente da esterni in loro assenza. Per questo, quando possibile, i parenti dei degenti hanno dovuto presidiare gli appartamenti fino al loro ritorno.
Corvetto, periferia sud-est di Milano. L’edificio, costruito negli anni Sessanta, si trova a ridosso del quartiere Mazzini, il primo e più imponente intervento di edilizia economica di epoca fascista. Chiamato anche quartiere Regina Elena, fu costruito con la ghiaia e la sabbia ricavata dal cosiddetto Porto di Mare, un lago artificiale, realizzato tra il 1919 e il 1920, che avrebbe dovuto collegare la città al Lago Maggiore e al Po, quindi al mare Adriatico, di cui oggi non rimane che il nome della fermata della metropolitana.
Via dei Missaglia deserta. Sullo sfondo le torri bianche Aler del quartiere Gratosoglio di Milano.
Il progetto iniziale dello studio BBPR, che ha realizzato anche la Torre Velasca, prevedeva venti edifici inseriti in un grande parco attraversato da percorsi pedonali coperti. Oggi lo spazio tra le torri forma una piazza a cui non è ancora stato assegnato un nome.
Nel quartiere mancano cinema, musei, teatri e librerie, e le iniziative culturali sono promosse da associazioni di quartiere e centri sociali.
Il quartiere Gratosoglio di Milano.
L’evoluzione della pandemia e la proroga del lockdown hanno evidenziato enormi fratture già presenti in Italia da decenni; il problema degli alloggi è la più evidente tra queste.
Eserciti di passeggiatori con cani e maratoneti per le strade deserte descrivono l’insofferenza a rimanere in casa.
